Trascinatore anche nei momenti più bui dello sport cittadino, presente dove Teramo giocava. I funerali sabato alle 14:30 in Duomo. Camera ardente dalle 16 a Villa Pavone
TERAMO – Che contrasto netto tra le vicende dell’ultimo derby calcistico e Benedetto Presante. Talmente agli antipodi il concetto di passione legata allo sport tra quegli ultrà armati di cinte e bastoni impegnati fino all’ultimo cazzotto su via Cupa e Benedetto, immerso nella storia del Teramo calcio con intima, trepidante e coinvolgente partecipazione. Ma soprattutto pura e genuina passione.
Le aveva vissute tutte, le promozioni in Quarta serie e poi in serie C a più riprese, il ‘Teramo delle meraviglie’, ‘la scala del calcio’, i drammatici spareggi di Terni, Rumignani e la sua banda della cavalcata promozione in C1 del 1986, e poi Cerulli Irelli, il Cnd e il ritorno tra i professionisti, Malavolta e la B sfiorata, il fallimento e la ricostruzione fino alla promozione sul campo in Serie B. Da attore protagonista, prima con il Club biancorosso, poi vicino alle società per l’organizzazione e tutto quello che serviva sotto il profilo pratico. Perchè Benedetto era uno concreto, quando c’era da fare era subito pronto. Così come domenica scorsa: era a Giulianova, per seguire il ‘suo’ Teramo e non lasciarlo solo nel derby.
Io che l’avevo conosciuto da ragazzino, in quella via Tevere che ha cullato i sogni di tanti adolescenti e tra questi anche i suoi figli, dove Radio Teramo In aveva la sua storica redazione, fece una forte impressione intervistarlo come capo della tifoseria organizzata, in tempi eroici, quando il valore e la pressione dei tifosi aveva un altro e più genuino peso rispetto ad oggi. Erano gli anni di Tele-Teramo e poi di Quasy gol, quando la tv locale irruppe nelle case dei teramani, portando sul palcoscenico attori fino ad allora confinati sugli spalti del comunale o tra la piazza del mercato coperto e i portici di Fumo. Benedetto era lì. Quando finiva il suo lavoro con l’Int, Istituto nazionale trasporti, lui non perdeva tempo e si affacciava al Comunale: c’era la trasferta da organizzare e via con gli amici del Club biancorosso a mettersi al lavoro, non senza prima aver discusso e anche ‘litigato’ su questo o quel giocatore, su questo o quel risultato.
Anni dopo, resterà celebre una sua improvvisata ruota ginnica in mezzo al parquet di Scapriano, quando la Met-Eur vinceva il campionato di Serie b maschile a riportava Teramo della pallamano in Serie A con la dirigenza di Montauti e Fraticelli: ai polsi aveva legata l’immancabile bandiera biancorossa. Ecco, il vero profilo di Benedetto era questo: viveva della passione per lo sport tergato Teramo, qualsiasi fosse la disciplina. Era a Rimini agli spareggi per la serie A, era su quasi tutti i campi della Coppa Interamnia dove serviva un mano, era in giro in città per distribuire manifesti e locandine delle partite, i giornalini delle squadre, calcio, pallamano, basket tutte insieme. Era un factotum prezioso e insostituibile. E ricordo ancora oggi il suo sguardo spento ma soltanto per il tempo di incassare il colpo e subito dopo ripartire con entusiasmo e velleità, la sera più lunga della storia del calcio teramano, sull’erba sintetica del Bonolis, quando tutti il popolo biancorosso aspettava il verdetto che avrebbe tolto poi, drammaticamente, la promozione in serie B al Diavolo. Anche lì fu un trascinatore, come a Roma al processo sportivo, con il suo sorriso e l’ottimismo di chi ne aveva viste tante e conosceva la forze teramana di sapersi rialzare.
Non è un caso se oggi, nelle bacheche social dei commenti alla notizia della sua scomparsa, sono soprattutto i giocatori a postare cuori e frasi di profondo affetto. Lo hanno fatto tra i primi Diego Cenciarelli e Gino Cossaro, due ere diverse di giocatori che al Teramo hanno dato anche loro il cuore e tutto se stessi. Di Benedetto ce n’era solo uno e oggi non c’è più. Ma sarà, con pienissimo e meritato diritto, nella ‘hall of fame’ della passione biancorossa, accanto a nomi celebri come Cietta, mamma Dina, Mariuccio ‘mbajatella’, Sigfrido Micheli e permettetemi di citarne solo alcuni. L’addio a Benedetto sabato pomeriggio alle 14:30 nel Duomo di Teramo. La salma è nella camera ardente aperta oggi dalle 16 presso la casa funeraria Ambra a Villa Pavone.